La ricostruzione

Anno 1999

Un progetto sempre in crescita

La riapertura del Centro dopo il genocidio

A causa del genocidio contro i Tutsi nel 1994, il Centro è stato utilizzato per diversi mesi per ospitare attività sanitarie di emergenza nella regione di Bugesera.

• Danneggiato e saccheggiato durante quel periodo di emergenza, il Centro è stato ricostruito e riabilitato da un gruppo di volontari italiani noto

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Il 28 marzo 1999 il Centro S. Maria fu ufficialmente riaperto e riprese la sua attività. I primi tempi furono particolarmente difficili perché mancava ancora molto in termini di attrezzature, ma soprattutto di personale: i Volontari che prestarono la loro opera in quei mesi fecero un lavoro pionieristico per risolvere i problemi di riavvio delle attività man mano si presentavano.

Gli anni che seguirono furono anni di intenso lavoro , durante i quali furono realizzate molte opere urgenti e importanti. Tutti i materiali e le attrezzature necessari ai lavori di ricostruzione venivano acquistati in Italia grazie al denaro raccolto in occasione di iniziative varie nelle comunità della Valle Brembana, di Brescia, di San Colombano, oltre che alle generose offerte di singole persone.

Nel 2000 a Zogno si era infatti costituita l’associazione AUGERE , con il duplice obiettivo di  sostenere il lavoro dei volontari che ogni anno si recavano a Rilima e tenere vivo l’interesse delle comunità di partenza verso le opere che si stavano realizzando a Rilima.

Materiali e attrezzature venivano spedite in grandi container che, partendo da Genova, in 12 giorni di navigazione giungevano a Mombasa in Kenya, o a Dar es Salaam in Tanzania, per poi proseguire il viaggio per altri 2500 Km fino a Rilima.

Entro il 2005 infatti si provvide a

  • completare la radiologia –
  • rifare totalmente il reparto “Prima infanzia”, a cui furono aggiunti un’infermeria e una sala giochi;
  • sostituire il tetto in lamiera con tetto termico per una superficie di circa 600 mq.;
  • piastrellare tutti i locali;
  • realizzare la scuola, con 7 locali a disposizione;
  • sistemare i locali di degenza per i pazienti con difficoltà motorie;
  • collegare fra loro i vari padiglioni grazie con tettoie per facilitare gli spostamenti di degenti e materiali

Negli anni successivi i viaggi dei volontari permisero di continuare le opere di ripristino,  di ampliamento, di costruzione ex novo di molte strutture. 

Anno 2006 :

  • realizzazione del Villaggio San Giuseppe, destinato a ospitare i parenti dei bambini ricoverati; 
  • allestimento della lavanderia per tutto il Centro.

Anno 2007 :

  • sostituzione del tetto della palestra, del laboratorio- protesi e del refettorio;
  • posa in opera di tre grandi cisterne di resina speciale della capacità di 10 metri cubi ciascuna per la conservazione dell’acqua, uno dei problemi più pressanti del Centro;
  • ampliamento del locale destinato agli accumulatori dei pannelli fotovoltaici.

Anno 2008:

  • costruzione di una nuova cucina, con annesso magazzino; 
  • ampliamento del refettorio;
  • costruzione di un forno inceneritore per eliminare poi i materiali di rifiuti della sala operatoria.

Anno 2009:

  • predisposizione per tutte le stanze di degenza  di servizi igienici accessibili a pazienti in carrozzella;
  • realizzazione di nuovi pannelli fotovoltaici per aumentaree la produzione di elettricità e permettere il riscaldamento di acqua in otto locali.

Anno 2010:

  • ampliamento dell’officina ortopedica;
  • costruzione della nuova legnaia.

Anno 2011

  • spostamento e completamento della nuova officina ortopedica
  • rifacimento del pavimento della palestra di riabilitazione.

Anni 2013, 14, 15, 16:

  • realizzazione a fianco degli edifici del Centro delle piastre di cemento e dei cunicoli necessari a ospitare cavi e tubazioni di tutti i servizi.

 

Il settore ospedaliero rimase inattivo fino al 1999. Nel 2000  cominciarono le missioni dei “Medici Senza Vacanze”, una ONG belga costituita da medici che utilizzavano le loro ferie per svolgere missioni temporanee in paesi in via di sviluppo, con l’obiettivo non solo di curare, ma anche di formare il personale locale. Si muovevano in equipes (un chirurgo, un anestesista, un fisioterapista, uno o due infermieri) e portavano con sé strumenti e materiale medico.

La popolazione locale cominciò ad appoggiarsi al Centro e a chiedere aiuto: ogni giorno all’ingresso del Centro venivano portati bambini orfani, o malnutriti, o malati, o con handicap. L’attività di riabilitazione si fece ben presto intensa, e fu necessario affiancare al fisioterapista volontario dei collaboratori locali, non ancora preparati, ma disponibili ad imparare.

come «AUGERE

Attività e gestione

 Lo sviluppo delle attività

Nel 1999 il Centro ha iniziato le sue attività mediche. I primi interventi chirurgici furono eseguiti nel 2000 in collaborazione con un'organizzazione non governativa nota come Medici senza Vacanze. ( rivedere)

  • Nel 2001, le attività sanitarie del Centro sono aumentate enormemente grazie alla collaborazione dei consulenti ruandesi.

 

Proprietà e gestione

  • Nel 2003, l'arcivescovo di Kigali, proprietario dei locali, ha ereditato l'intera struttura del centro dalle mani dei benefattori italiani «Associazione per l'Aiuto e l'assistenza per gli handicap e gli orfani del Ruanda». Questo trasferimento non ha posto fine alla collaborazione con questi benefattori.
  • Nel 2004, il Centro ha avuto i suoi primi contatti con la «Fondazione Carlo Don Gnocchi». Ciò ha portato ad una collaborazione duratura e redditizia fino ad ora.
  • •Nel 2005, il Ministero della Salute ha riconosciuto il Centro come Centro specializzato in Chirurgia Ortopedica Pediatrica e Riabilitazione grazie all'accordo tra l'Arcidiocesi di Kigali e il Governo ruandese.
  •  Dal 2004 al 2007, la gestione del centro è stata effettuata in base ad un accordo tra l'arcidiocesi di Kigali e la Fondazione AUGERE
  •  Dal 2008 al 2012, la gestione è stata effettuata secondo un accordo tra l'arcidiocesi di Kigali, la Fondazione AUGERE e la Fondazione Carlo Don Gnocchi.
  •  Nel 2012, il Centro è stato riconosciuto dal Ministero della Salute come un Centro di eccellenza che potrebbe essere considerato un centro di riferimento nella chirurgia ortopedica pediatrica e nella riabilitazione.
  •  Dal 2013 al 2018, il Consiglio di amministrazione è stato gestito dall'arcidiocesi di Kigali e dalla Fondazione Don Carlo Gnocchi.
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