Il Rwanda oggi

La Repubblica del Rwanda

Cartina Rwanda

Posizione:

stato dell’Africa orientale, posto immediatamente a sud dell’Equatore e compreso fra l’Uganda a N, la Tanzania a E, il Burundi a S e la Repubblica Democratica del Congo a O.

Superficie:

Kmq 24.670 (Lombardia: Kmq 23.861)

Popolazione:

10.942.000 ab. (hutu 85%, tutsi 14%, twa 1%)

Densità:

443.5 ab/Kmq

Capitale:

Kigali (ab. 965.400)

Lingua:

francese, inglese e kinyaRwanda (ufficiali)

Religione:

cattolici 56%, protestanti 26%, credenze tradizionali 4%, musulmani 2%, altri 12%

Unità monetaria:

franco ruandese (1€ = 921Fr ruandesi circa)

la storia antica, la colonizzazione, l’indipendenza

Abitato originariamente da genti pigmoidi, i Twa, nomadi cacciatori e raccoglitori delle foreste, il Paese conobbe lungo il primo millennio d.C. una massiccia immigrazione di agricoltori bantu, gli Hutu (BaHutu). Il clima assai adatto alla pastorizia attrasse più tardi i Tutsi (BaTutsi), un popolo originario dell’Etiopia che giunse nel Ruanda presumibilmente verso il sec. XIII, portando mandrie di bovini. I Tutsi, culturalmente più sviluppati, si installarono sull’altopiano e riuscirono ben presto a imporsi sui più numerosi Hutu, mentre i Twa rimasero confinati nelle aree più remote della foresta.

Divenuti casta aristocratica dominante, i Tutsi crearono vari staterelli a governo monarchico; quello del Ruanda centrale a partire dal 1500 si ampliò fino a raggiungere intorno alla metà del 1800 i confini attuali. Durante il regno di Rwaabugiri (1860-95) alla corte giunse il primo europeo, il conte von Goetzen, che divenne poi governatore dell’Africa Orientale Tedesca.

Nella seconda metà del 1800 il Ruanda fu parte della colonia dell’Africa Orientale Tedesca; dopo la prima guerra mondiale fu affidato al Belgio in amministrazione fiduciaria.

La lotta per l’indipendenza del Congo del 1959-60 influenzò anche il Ruanda, dove gli Hutu si rivoltarono contro la casta dominante dei Tutsi costringendo il sovrano appena eletto a espatriare insieme a migliaia di Tutsi. A seguito di un accordo tra le Nazioni Unite e il Belgio, il Ruanda il 1º luglio 1962 divenne uno Stato sovrano e indipendente e si proclamò Repubblica.

Bambino con gioco

l’oggi del Rwanda

I primi anni dopo l’indipendenza furono caratterizzati da forti tensioni fra Tutsi e Hutu.

Nell’aprile del 1994 il contrasto fra il partito di governo hutu e l’opposizione tutsi sfociò in una violenta e sanguinosa guerra civile; la forza di interposizione delle Nazioni Unite che aveva il compito di proteggere i civili e garantire la distribuzione degli aiuti umanitari fu ritirata dopo che alcuni soldati ONU erano stati uccisi.

A luglio con la nomina di un nuovo Presidente della Repubblica il Ruanda si avviò verso la normalizzazione.

Nell’aprile del 2000 venne eletto presidente della Repubblica P. Kagame, leader del partito FPR (Fronte Patriottico Ruandese), più volte rieletto e attualmente in carica.

Società, ambiente, economia e cultura

Popolazione

Dalla fine della guerra civile la crescita demografica si è fatta intensa e il Ruanda è oggi il secondo stato africano per densità. La capitale Kigali a causa del conflitto ha più che triplicato la popolazione; nel resto del Paese si hanno cittadine o grossi centri abitati con funzioni commerciali e amministrative.

Sanità e salute

Di recente è stato varato un sistema sanitario nazionale che prevede il pagamento annuale di una tassa sanitaria per accedere, gratuitamente o con il pagamento di un “ticket”, a servizi sanitari statali.

La spesa sanitaria del Paese è il 10,5% del PIL.

Istruzione

Il sistema scolastico prevede che l’istruzione sia gratuita e obbligatoria dai 7 ai 14 anni. Questo fatto, unitamente allo sviluppo degli istituti scolastici gestiti dai missionari, ha portato alla diminuzione dell’analfabetismo; il tasso di alfabetizzazione complessivo è 71% circa ( 77% fra i giovani) e la scolarizzazione raggiunge il 99% circa. La capitale, Kigali, ospita alcuni istituti d’istruzione tecnica superiore e un’università.

Ambiente

Nei secoli gli habitat naturali della foresta e degli altipiani hanno conosciuto molte trasformazioni. L’intenso sfruttamento dei fertili suoli vulcanici li ha spogliati dell’originaria copertura forestale, riducendoli a savana. E’ così diminuita la fauna – originariamente molto ricca – del territorio: sopravvivono nei tre parchi nazionali elefanti, ippopotami, bufali, ghepardi, leoni, zebre, leopardi, scimmie e rari esemplari di gorilla. La deforestazione, l’aumento della popolazione e lo sfruttamento intensivo delle terre hanno innescato un processo di desertificazione che colpisce gran parte del territorio ruandese.

Economia

Il tasso di crescita del PIL è del 7%; il prodotto interno lordo è dato per il 32% da agricoltura e allevamento, il 15% dall’industria, il 53% dal terziario.

Agricoltura.

Durante la fase coloniale i tedeschi prima e i belgi poi introdussero l’agricoltura di piantagione, che tuttora costituisce la base economica del Paese.

Dopo la guerra la ripresa dell’agricoltura ha permesso di raggiungere i livelli produttivi del 1994.

Oggi in Ruanda esistono moltissime piccole aziende famigliari che per la produzione interna coltivano batata, manioca e sorgo, mais e vari prodotti orticoli, mentre la produzione commerciale esportatrice dispone di alcune grandi aziende a monocultura di caffè ( t. 22.500 nel 2005), tè, tabacco e talune piante da olio. L’allevamento può contare su vasti spazi a prateria e a savana, ma è condotto con metodi tradizionali e la produzione non è elevata. Prevalgono i bovini e i caprini, entrambi utilizzati prevalentemente per il latte.

Industria

La costruzione di alcune centrali idroelettriche, giunta a rendere quasi autosufficiente il Paese in campo energetico, ha permesso un primo avvio dell’industria, che lavora i prodotti agricoli locali (piccole aziende tessili, complessi molitori, birrifici, oleifici, zuccherifici). Un certo sviluppo presenta il settore estrattivo; l’attività mineraria – iniziata con la dominazione belga- si dedica allo sfruttamento di giacimenti di cassiterite, tungsteno, gas naturale.

Commercio

La bilancia commerciale è in passivo: le esportazioni, soprattutto di tè, caffè, tungsteno e pellami coprono solo parzialmente le importazioni di macchinari, veicoli, petrolio, minerali, materiali da costruzione e prodotti alimentari. Sono molto importanti gli aiuti internazionali volti a sostenere i molti programmi di sviluppo avviati nel Paese.

Trasporti

Tutto il sistema dei trasporti è in fase di potenziamento; il sistema stradale complessivo supera i 15.000 km e molte strade sono ormai asfaltate.  I principali collegamenti sono da Kigali verso l’Uganda e il Burundi, mentre i servizi di navigazione sul lago Kivu consentono un buon raccordo con il Congo. Per i collegamenti marittimi con l’estero il Ruanda dipende quasi interamente dal lontano porto di Mombasa, in Kenya; discreta è la situazione dei trasporti aerei, che si avvale dell’aereoporto internazionale di Kigali.

Attvità tradizionali

L’artigianato si basa sulla produzione e lavorazione della ceramica e sulla fabbricazione di cesti, mentre sono pittura e scultura sono meno praticate. Viene invece lavorato il legno, soprattutto per la preparazione di maschere rituali, figure di antenati e personaggi mitici.

Cultura

Il Ruanda vanta un’antichissima e originale letteratura orale che celebrava i re e le loro imprese; ne erano autori cantori professionisti,cioè funzionari di corte riuniti in corporazione, che tramandavano di padre in figlio la professione e i poemi stessi, imparati a memoria. Tale letteratura ci è stata trasmessa grazie all’opera di Alexis Kagame (1912-1981), poeta, traduttore, saggista e filosofo che nella grande opera “Astrida Rwuanda” ripropose i miti originari della sua terra riletti in ottica cristiana e rappresentati con immagini di grande bellezza, riprese dalla poesia pastorale ruandese.

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